Guardare oltre il carcere: 50 anni di riforma penitenziaria tra arte, testimonianze e riflessione collettiva

Evento carcere_documentario grigio molto scuro
Pubblicato il 07/11/2025

Il 15 ottobre,negli spazi del Mo.Ca di Brescia, si è svolto un pomeriggio di confronto e di emozione in occasione dei cinquant’anni della riforma dell’Ordinamento Penitenziario.
Un anniversario che invita non solo a guardare indietro, ma anche avanti: verso il presente e il futuro delle persone che stanno scontando una pena.
Attraverso linguaggi diversi – arte, parole, testimonianze – l’iniziativa ha dato voce a esperienze autentiche provenienti dal mondo del carcere. Le opere e i racconti realizzati all’interno della Casa Circondariale “Nerio Fischione” hanno mostrato come la dimensione educativa e relazionale possa trasformare gli spazi di detenzione in luoghi di crescita, consapevolezza e responsabilità condivisa.

La giornata si è aperta alle 18 con l’inaugurazione di una mostra immersiva dedicata ai tarocchi, realizzati dalle persone detenute. L’installazione, accompagnata da luci e suoni, ha guidato il pubblico in un percorso sensoriale e simbolico. In una stanza adiacente è stato possibile vivere la riproduzione di una cella di tre metri per tre, ispirata al documentario “CM300”, che ha restituito con forza la realtà quotidiana degli spazi carcerari.
Alle 19 è stato proiettato il documentario “Grigio molto scuro tendente al nero”, un intenso racconto visivo che esplora il vissuto emotivo delle persone detenute e delle relazioni che nascono all’interno delle mura. Dopo un momento conviviale curato dalla cooperativa Alborea, la serata è proseguita con il talk dedicato alle esperienze di “umanizzazione” del carcere. Hanno dialogato Francesca Paola Lucrezi, direttrice degli Istituti Penitenziari di Brescia, Pietro Buffa, criminologo clinico, e Renzo Taglietti della Cooperativa Comunità Fraternità, moderati da Marco Dotti della Cooperativa Di Bessimo.
Un confronto che ha riportato al centro una domanda sempre attuale: quanto riusciamo, come società, a riconoscere la persona oltre la pena?

Ogni percorso rieducativo è una sfida collettiva che coinvolge istituzioni, operatori e operatrici, e cittadinanza. Occasioni come questa permettono di mantenere viva la riflessione e di credere ancora nella possibilità del cambiamento, nella forza dell’incontro e nella costruzione di una cultura capace di includere, comprendere e riparare.


L’evento è stato reso possibile grazie alla collaborazione del Comune di Brescia, e al contributo della Fondazione della Comunità Bresciana, della Cooperativa Alborea, del Vol.Ca, della Cooperativa Sociale La Fontana, del CTB – Centro Teatrale Bresciano e della Bottega Informativa.

Un ringraziamento particolare va al Ministero della Giustizia, a Fraternità Sistemi, alla Cooperativa di Bessimo, ad ACT – Associazione Carcere e Territorio, alla Casa della Memoria di Brescia, all’Ordine degli Avvocati di Brescia, a Fatebenefratelli, alla Compagnia Lyria e alla Camera Penale della Lombardia Orientale “Giuseppe Frigo”.

E soprattutto, grazie a chi ha partecipato e ha animato gli spazi dell’evento, portando presenza, ascolto e sensibilità.